FIRENZE NEL FANGO
4/11/2016
Non mi sentivo,
non mi sento
ne’ angelo, ne’ eroe.
Avevo promesso,
col fazzolettone
verde e rosso,
solidarieta’ al prossimo.
Arrivavano immagini,
teatro di un dramma.
Fu gesto istintivo,
un giorno di primo novembre,
salire sul camion di Fefa
con Gianni, fratello maggiore.
Ci aspettavano fango,
tanto fango, buio,
puzza di marcio,
a ciascuno una pala
e una citta’ prostrata.
Gente attonita, dolente,
difficile portare conforto.
Nella sede, in via de Pazzi,
un po’ di calore, qualche sorriso.
Dormivamo sul pavimento,
al lume di candela,
la mensa era lontana,
le ossa erano stanche,
ma nessun lamento.
Cinquant’anni dopo,
in silenzio e con rispetto,
resta un triste ricordo.
Non so celebrare
con presidenti e sindaci,
perche’ non sono un angelo,
ho fatto cio’ che ho potuto,
come altri nel mondo.