TRAM DI OPICINA
luglio 2017
Mi portasti
sul tram d’Opicina,
lo chiamavo trenino;
strano, vintage,
con sapore romantico,
di legno e di blu.
La gente, seria,
si chiedeva
perchè ridevamo,
tu del mio stupore,
io di quella stranezza
dal rumor di ferraglia.
Arrivati,
camminammo per mano,
iniziammo a parlarci.
Con me
stavi bene,
io con te.
Galeotto
il tram d’Opicina,
stavo innamorandomi,
amore mai visto,
nemmeno vissuto,
solo annunciato,
solo ricordato.
Tutto fu invano,
così come il tram.