La morte di Papa Francesco ha lasciato un’eco profonda in tutto il mondo: ovunque si sono levate le voci per ricordarne la figura.
Nei social utilizzo Linkedin, prettamente dedicato a temi professionali, e lunedì scorso ha visto un fiume di post a lui dedicati, a testimonianza di quanto il suo magistero abbia varcato i confini della Chiesa cattolica.
Il suo pontificato, durato dodici anni, sarà ricordato per la grande popolarità e visibilità mediatica del Pontefice stesso, che ha scelto di infrangere molte consuetudini e tabù per riuscire a comunicare in maniera più ampia i propri messaggi.
Anche per questo motivo ha viaggiato molto e ovunque. Nel corso del suo Pontificato ha compiuto complessivamente 47 viaggi apostolici, toccando 66 diverse nazioni (spesso in un’unica ‘missione’ ha visitato più Paesi). A questo si aggiungono 40 visite pastorali in 49 differenti città o frazioni d’Italia.
Jorge Mario Bergoglio, primo papa proveniente dall’America Latina e unico gesuita nella storia del soglio pontificio, ha incarnato fin dall’inizio una rottura simbolica e geografica con il passato.
La sua elezione nel marzo del 2013 ha rappresentato il riconoscimento di uno spostamento epocale del baricentro del cattolicesimo: dall’Europa al Sud del mondo, là dove la fede cattolica è oggi più vitale, numerosa e in crescita.
Lo spessore internazionale del suo pontificato è stato significativo: ha affrontato i grandi temi del nostro tempo – le migrazioni, l’ambiente, le disuguaglianze, le guerre, il cambiamento climatico – con un linguaggio diretto e senza timori.
L’enciclica Laudato si’ ha dato dignità teologica all’ecologia integrale, elevando la questione ambientale al rango delle grandi battaglie etiche del nostro tempo.
Per questo Bergoglio ha scelto il dialogo, il confronto, l’apertura, un tono di comunicazione talvolta informale, ma straordinariamente capace di arrivare alle persone comuni: dalle mete dei suoi viaggi fino al luogo in cui ha deciso di vivere, dalle persone che acconsentiva di incontrare fino alle indicazioni per i suoi funerali.
Ho un ricordo molto personale legato alla sua figura.
Il 27 e 28 febbraio 2015 Confcooperative organizzò due giorni a Roma, compresa l’udienza generale in Sala Nervi: era il giorno del mio compleanno e da lì a poche settimane sarei andato in pensione dal lavoro.
Il primo giorno era prevista la visita ai Palazzi apostolici a piccoli gruppi, ciascuno con una guida. Capitai, casualmente, nel primo che entrava. Ad un certo punto mi accorsi che ci stavamo dirigendo verso la Cappella Sistina: allungai il passo ed entrai per primo in questa sala meravigliosa.
Per alcuni minuti restai, unica persona presente, ad ammirare quel luogo affrescato da Michelangelo, pieno di storia: un’esperienza che non dimenticherò mai.
Il giorno dopo in Sala Nervi, piena di tanti cooperatori italiani, Papa Francesco stupì nuovamente con una delle sue frasi, semplici ma piene di saggezza universale: “Le cooperative sfidano tutto, sfidano anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre!”.
Anche la matematica può piegarsi al bisogno dell’uomo.
Che la terra e il cielo ti siano lievi, Papa Francesco!
Tiziano Conti
Foto da Wikipedia, di Tânia Rêgo/ABr – Agência Brasil